domenica 10 novembre 2013

Studiare l'anatomia in modo pratico su cadavere

Come disse Still "l'osteopatia è anatomia, ancora anatomia, solo anatomia"
Se dovessimo attenerci a quanto detto dal padre dell'Osteopatia, gli osteopati Italiani dovrebbero essere meno preparati rispetto ai colleghi Europei e Americani perché l'anatomia in Italia si studia solo teoricamente dove nelle altre Nazioni si studia praticamente su cadavere. A cosa sia dovuta questa discriminazione non è argomento di questo Blog, ma alcune scuole cercano di sopperire a questa lacuna organizzando dei corsi di dissezione cadaverica in altri paesi dove tale pratica è giuridicamente permessa. L'OSCE ha stipulato un accordo con l'EFEAC (Ecole de Formation et d’Evaluation Anatomo-Clinique) (www.efeac.fr) di Parigi per poter effettuare 3 seminari di dissezione per anno, dove verranno affrontate le principali strutture del corpo umano.
Nella foto il presidente Colonna, il direttore didattico Tranchina, il docente responsabile delle dissezioni Begni con la segretaria Scarabelli e il docente Tinarelli in trasferta a Parigi per stilare l'accordo.


I seminari prevedono una presentazione della dissezione con richiamo dell'anatomia descrittiva prima di andare in sala dissezione. Nella foto la presentazione in aula dell'ultimo seminario tenutosi  venerdi 8 e sabato 9 novembre 2013


A seguire si procede in sala dissezione per la visione diretta sul cadavere.


 Sicuramente un altro modo di confrontarsi con l'anatomia umana.

Per i programmi delle dissezioni andare all'indirizzo www.spine-center.it

venerdì 11 ottobre 2013

SPINE CENTER ! LA CLINICA DELLA NOSTRA SCUOLA

Ecco Spine Center, la clinica della nostra scuola ! Ora capite perchè diventeremo tra le migliori scuole d'Italia.


































lunedì 7 ottobre 2013

INAUGURAZIONE SPINE CENTER


Sabato 05/10/2013 inaugurazione dello Spine Center clinica della quale la nostra scuola è parte integrante. Didattica e clinica nello stesso posto, un'opportunità di crescita veramente importante per gli studenti della nostra scuola ! 
I Doc. Colonna fondatori della clinica tagliano il nastro....! Ora non ci ferma più nessuno !!!!

AFFILIAZIONE AL R.O.I.


 


Un grande passo in avanti per O.S.C.E. il R.O.I. (Registro degli Osteopati Italiani) ha dato esito affermativo alla nostra domanda di affiliazione alle scuole accreditate dal registro.

Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, perchè il R.O.I. da anni unico garante della qualità nella formazione osteopatica in Italia, richiede paramenti molto rigidi per accreditare una scuola nuova !

Tutto ciò per confermare che O.S.C.E. guidata dal nostro direttore il Dr. Saverio Colonna e dal nostro direttore didattico il Dr. Massimo Tranchina insieme a tutto lo staff docenti, è una scuola con grandi ambizioni e professionalità !

AD MAIORA SEMPER !!

venerdì 27 settembre 2013


Si è tenuto il giorno 8 settembre 2013 allo Spine Center di Bologna un interessantissimo Convegno sull'Osteopatia in Italia e in Europa oggi. Il dott. Eduardo Rossi, Presidente del ROI, ha presentato la recente legge Italiana sulle professioni non organizzate in ordini e collegi riguardante l'Ostepatia.  Il dr. Jean Michell Besnard, Presidente del registro dei Medici Osteopati Europei (EROP) ha presentato il ruolo dei Medici Osteopati in Europa. Il dr. Saverio Colonna, Presidente dell'Associazione Medici Osteopati Italiani (AMOI) e Direttore OSCE di Bologna, ha presentato il ruolo del medico osteopata in Italia e il modello di collaborazione tra osteopati medici e non medici all'interno dello Spine Center. Il dott. Alfonso Mandara, Direttore dell'ICOM di Milano, ha schematizzato la formazione didattica dell'osteopata in Italia. Il dott. Franco Guolo, Direttore Didattico del CIO di Bologna e il dott. Massimo Tranchina Direttore Didattico dell'OSCE, hanno magistralmente gestito il dibattito sui temi trattai. Interessante anche la presentazione non preordinata del dott. Maurizio Zanardi, Direttore dell'EIOM di Padova, sulla legislazione vigente in Italia e in Francia.

lunedì 19 agosto 2013

RUOLO DELL’OSTEOPATIA NELLE MALATTIE AUTOIMMUNI




L’Osteopatia è una "medicina complementare" fondata su basi scientifiche alla fine dell’800 dal Dr. A. STILL negli Stati Uniti. Si fa spesso confusione sull’etimologia: dal greco Osteon (ossa) e Pathos (sofferenza) dall’inglese Path (sentiero, la via per). E’ una terapia manuale che si avvale degli strumenti diagnostici e condivide i fondamenti scientifici della medicina istituzionale.
L’Osteopatia vede l’individuo come un sistema integrato dove ogni "parte" collabora insieme alle altre per il benessere del corpo. L’osteopata, sulla base di una conoscenza approfondita del corpo umano e delle interazioni del sistema che lo compongono, esamina il paziente nella sua globalità cercando l’origine del problema.
Le tecniche osteopatiche hanno un approccio dolce in grado di alleviare il dolore causato da varie affezioni/patologie in pazienti di ogni età: dal neonato all’anziano, nello sportivo e nelle donne in gravidanza.
Mira al mantenimento e al ripristino dell’omeostasi corporea: una condizione di equilibrio che si realizza attraverso la cooperazione dei vari sistemi che costituiscono il nostro corpo. Il trattamento osteopatico considera le problematiche muscolo-scheletriche, le disfunzioni fasciali e viscerali, le problematiche intracraniche e quelle somato-emozionali integrate in un unico sistema.

I PRINCIPI OSTEOPATICI

1) DISFUNZIONE OSTEOPATICA: qualsiasi modificazione a carico della posizione o del movimento fisiologico delle strutture corporee (articolazioni, ossa, muscoli, fasce o visceri)
2) IL MOVIMENTO VISCERALE: ogni organo o viscere possiede un movimento fisiologico proprio che lo caratterizza suddivisibile in:
  • movimento indotto dal sistema nervoso somatico (mov. volontari somatici)
  • movimento indotto dal sistema nervoso autonomo (mov. involontari: cardiaco, diaframmatico, peristaltico)
  • movimento proprio della motilità viscerale (movimento embriogenetico)
3) IL MECCANISMO RESPIRATORIO PRIMARIO (MOVIMENTO CRANIO-SACRALE): il cranio compie un continuo micromovimento d’espansione e di retrazione, definito M.R.P. Ha inizio il 25° giorno di vita intrauterina, possiede un’ampiezza tra 12/14 micron e una frequenza tra 8 e 12 impulsi al minuto. Ha la funzione di assicurare la circolazione dei liquidi all’interno del cranio. Il cervello con le sue fasi cicliche d’espansione e retrazione spinge il liquido cefalorachidiano (LIQUOR) all’interno del sistema Craniosacrale (scatola cranica, canale spinale e sacro) dando luogo per gli osteopati al terzo sistema circolatorio
4) LA REGOLA DELL’ARTERIA E’ ASSOLUTA E UNIVERSALE: é fondamentale per qualsiasi tessuto del corpo che il flusso sanguigno e in particolare quello arterioso venga mantenuto nella sua integrità. Il sangue è il mezzo attraverso cui tutta una serie di fondamentali sostanze nutritizie e immunitarie arrivano a bersaglio.
5) LA FUNZIONE REGOLA LA STRUTTURA: tra la struttura del corpo umano e la sua funzione esiste una relazione diretta dove una influenza l’altra. Se avremo una lesione o una patologia di un organo o apparato sicuramente la sua funzione verrà condizionata. Un apparato o organo che funziona male, con il passare degli anni, modificherà la sua struttura.
6) L’INTEGRAZIONE DEI SISTEMI: una lesione in qualsiasi parte del nostro corpo avrà delle conseguenze su altri organi e/o apparati più o meno vicini. Esempio: una distorsione alla caviglia se non curata adeguatamente può dare problemi al ginocchio, anca, bacino o colonna. Un blocco diaframmatico potrà avere delle ripercussioni sulla giunzione gastro-esofagea, portando se cronicizza a problemi di reflusso.
7) LA PRIMARIETA’ NELLA PATOLOGIA: l'obiettivo per un osteopata è quello di capire qual è la causa di una disfunzione osteopatica. Nell’esempio semplificativo bisognerà lavorare la caviglia anche se il paziente si presenterà lamentando magari dolore alla lombare.
  1. IL CORPO SI ADATTA CREANDO NUOVE DISFUNZIONI: per capire qual è la disfunzione primaria bisogna sempre tener presente che il nostro corpo ha la capacità di adattarsi, modificando la postura piuttosto che la posizione o il movimento di un singolo osso, per non sentire dolore. Questo meccanismo di difesa provoca però altre disfunzioni. L’osteopata dovrà risalire, facendo il percorso a ritroso, alla disfunzione primaria.

LE MANIPOLAZIONI OSTEOPATICHE

Le manipolazioni in Osteopatia hanno lo scopo di ridonare il movimento fisiologico alle strutture anatomiche che lo hanno perso.
  • M. Osteoarticolari: consistono in sollecitazioni delle strutture articolari con le quali si cerca di neutralizzare i disturbi sensoriali delle afferenze dei recettori propriocettivi e nocicettivi di muscoli, tendini, legamenti e capsula articolare.
  • M. Fasciali: Analogamente alle precedenti, sottintendono gli stessi obiettivi però rivolgendosi prevalentemente al tessuto fasciale e alle aponeurosi.
  • M. Viscerali: (tecniche di mobilizzazione degli organi interni) Con esse si tenta di rieducare i recettori interocettivi e viscerocettivi e ridonare motilità e mobilità agli organi interni giacché tali caratteristiche sono indici di vitalità.
  • M. Craniosacrali: Si tratta di sollecitazioni dolci ma profonde delle articolazioni e suture craniche del sacro e del M.R.P. allo scopo di normalizzare il movimento nel tentativo di neutralizzare i disturbi sensoriali delle afferenze dei meccanocettori delle meningi.
APPLICAZIONI OSTEOPATICHE ALLE CONNETTIVITI E IN PARTICOLARE AL L.E.S.
PATOFISIOLOGIA

La cartilagine articolare non è vascolarizzata per cui la funzione di portare i nutrimenti è lasciata al liquido sinoviale. Il trasferimento di nutrimento, farmaci, immunocomplessi e altri prodotti di scarto nel liquido sinoviale dipende dalla diffusione. Per questo motivo è estremamente rilevante la permeabilità della membrana sinoviale. Da studi istologici la cartilagine è meglio preservata in quelle parti dell’articolazione dove la superficie articolare è soggetta a compressione intermittente. Questi tipi di contatti provocano una nutrizione locale della cartilagine ed una mobilizzazione degli immunocomplessi da quest’area.

SISTEMA ORTOSIMPATICO

Nelle articolazioni con connettivite il consumo di ossigeno è aumentato di venti volte rispetto a quello usato normalmente dalla membrana sinoviale. L’aumento dell’attività ortosimpatica compromette il flusso di sangue e quindi di ossigeno, di nutrimento e farmaci in quest’area. I tessuti in ipossia possono causare un rilascio di leucociti che si legano alle membrane basali. Questo ispessimento ulteriore diminuisce la diffusione dentro e fuori del liquido sinoviale dell’articolazione. Siccome la struttura e la funzione sono strettamente correlati e siccome la connettivite altera la struttura non mi sorprendo nel dire che la connettivite interviene nelle disfunzioni somatiche. Continui stimoli sensitivi al midollo da un’articolazione in disfunzione aumentano gli stimoli facilitati in questo segmento.
L’infiammazione di un’articolazione di un paziente con i segmenti spinali facilitati è spesso accompagnata da una disfunzione viscerale azionata dall’innervazione ortosimpatica di questi segmenti. Questa relazione può essere anche reversibile: per es. alcune malattie viscerali sono associate a complicazioni artritiche. La relazione dell’artrite reumatoide a livello lombare in paziente con colite è un comune esempio.
L’innervazione somatica e le afferenze somatiche riferite al midollo spinale lombare sono collocate tra T11-L2 mentre l’innervazione ortosimpatica al colon è da T10 a L2. L’aumento delle afferenze dalle articolazioni superiore T2-T8 può riflettere l’aumento dell’attività simpatica al tratto gastrointestinale superiore (T5-T9) portando ad una riduzione della tolleranza dei FANS usati nel trattamento dell’artrite.
L’ortosimpatico è capace di aumentare la sintomatologia e la patogenesi nelle connettiviti e quindi anche nel LES. Aumentando l’attività simpatica si sensibilizza la percezione del paziente al dolore e questo gioca un ruolo nello spasmo muscolare e nella contrattura che limita il movimento ed intensifica la deformità. Un riflesso di un stimolo ortosimaptico provoca cambiamenti patofisiologici che causano segni e sintomi che portati all’estremo possono risultare in una diagnosi di distrofia riflessosimpatica. L’iperattività simpatica in questa condizione comporta anche l’iniziale erosione ossea vista nei pazienti con artrite reumatoide.

SISTEMA SOMATICO

Le disfunzioni somatiche giocano un ruolo nella patogenesi della degenerazione artritica, posture errate, aumento del peso e mal allineamenti della colonna aumentano i meccanismi di stress nelle articolazioni dei pazienti La mancanza di movimento articolare, come succede nelle disfunzioni somatiche, incoraggia la degenerazione e la fibrosi. E’ stato dimostrato che movimenti passivi possono aiutare la rigenerazione della cartilagine. Come nelle disfunzioni somatiche la degenerazione artritica si manifesta per prima nei movimenti minori di un’articolazione.
Pazienti sofferenti di connettiviti hanno solitamente una grande disfunzione somatica miofasciale. E’ stata dimostrata un’alta incidenza di trigger points miofasciali in pz. con questi problemi articolari. Il dolore e la rigidità nell’articolazione in questi pz. spesso miglioravano o sparivano se erano trattati i trigger points vicini. I trattamenti di disfunzioni miofasciali che includevano il trattamento dei triggerponts, frequentemente migliorano il range di movimento dell’articolazione. Ci sono forti relazioni tra il livello psicoemozionale e somatico in pz. che hanno trigger points miofasciali. Molti effetti psichici comunemente visti in pz. reumatologici (es depressione e mancanza di autostima) sono diminuiti con trattamenti miofasciali.

SISTEMA LINFATICO

Abbiamo già visto l’importanza del sistema simpatico per la circolazione locale, la diffusione, il nutrimento e la rimozione dei prodotti di scarto dalle articolazioni reumatiche. Ma anche il sistema linfatico è particolarmente importante nella rimozione degli immunocomplessi dall’articolazione prima che questi possano danneggiarla. Questo trattamento inizia con l’apertura delle vie di drenaggio ed è una parte importante del trattamento osteopatico. Le guaine tendinee sono ricche di vasi linfatici e quindi il trattamento linfatico deve essere utilizzato nelle tenosinoviti. Se non si riesce a ridurre la congestione linfatica il contenuto di proteine promuove fibrosi ed ispessimento dei tessuti. Questo riduce il movimento, incoraggia la formazione di contratture intorno all’articolazione ed un’ulteriore compromissione del drenaggio linfatico. E’ noto che reazioni immunitarie che coinvolgono cellule locali sinoviali producono prodotti secondari che sono associati alla distruzione dell’articolazione in proporzione alla loro concentrazione nel liquido sinoviale. In alcuni casi severi è stata effettuata la linfoplasmaferesi per promuovere la diffusione di gradiente che è capace di eliminare gli immunocomplessi dalla sinovia. Costosi e pericolosi interventi chirurgici sul dotto toracico hanno dato beneficio in pz. con LES, miastenia grave e artrite reumatoide.
SISTEMA PARASIMPATICO
Il sistema parasimpatico non gioca un ruolo diretto sulla sintomatologia muscoloscheletrica nei pazienti affetti da LES, ma siccome il corpo è un’unità e la malattia ha effetti cronici e sistemici un aumento dell’attività del sistema parasimpatico è importante per supportare le funzioni viscerali del corpo.

PROTOCOLLO RIABILITATIVO

Un protocollo riabilitativo dove l’Osteopatia può essere inserita come aiuto per pz. affetti da LES deve includere i seguenti punti:

  • Educare il pz. riguardo il suo processo di malattia e sulla sua responsabilità nel portare avanti i programmi per mantenere la max funzionalità.
  • Provvedere ad un supporto psicologico qualora ci fosse la necessità.
  • Alleviare i dolori e il ciclo dolore-spasmo-dolore.
  • Diminuire lo stato infiammatorio.
  • Migliorare la nutrizione delle articolazioni.
  • Accrescere l’eliminazione di prodotti sinoviali residui.
  • Mantenere e/o incrementare la funzione articolatoria.
  • Correggere deformità esistenti e prevenirne di nuove.

INDICAZIONI OSTEOPATICHE

Riconoscendo le implicazioni multisistemiche di queste malattie la valutazione e il disegno di trattamento in ogni sistema è garantito da tecniche sui tessuti molli e periarticolari e con tecniche osteopatiche che proveranno a ridurre l’attività iperortosimpatica e aumentare il flusso di sangue nella regione.
Il trattamento osteopatico rivolto a rimuovere i segmenti facilitati aiuta ad alleviare il dolore e la sua percezione. Le articolazioni infiammate spesso reagiscono meglio a tecniche indirette e a manipolazioni fasciali specialmente quando cambiamenti strutturali prioritari possono aver reso ruvide e modificato le superfici articolari. Sono controindicati i "thrust" con potenziali sublussazioni patologiche.
In pz. con disturbi infiammatori le tecniche possono causare transitori aumenti del dolore articolare; se non passa dopo 2 ore circa, il dosaggio per quel pz. potrebbe essere stato eccessivo o la tecnica errata. Una dolenza più generale nei tessuti molli può succedere regolarmente; se non passa entro 24 ore significa che il paziente non è in grado di accettare in una singola visita gli stimoli proposti.
Dopo l’apertura delle vie di drenaggio linfatico e potenziando la pompa respiratoria diaframmatica, tecniche dolci di pompaggio articolare hanno mostrato speciali benefici nell’alleviare il dolore. Il valore di queste compressioni intermittenti è dimostrato dall’aumento della nutrizione locale che crea cambiamenti istologici nell’articolazione colpita da reumatismi con diminuzione della rigidità mattutina. E’ stato anche dimostrato che i più comuni e perpetuanti fattori associati a queste disfunzioni miofasciali sono i disordini posturali.

A cura del Dr. Franco Silvestri
http://www.lupus-italy.org/icaro/42osteopatia.htm

sabato 10 agosto 2013

CONOSCERE L'OSTEOPATIA 8 Settembre 2013

In quest'ultimo seminario del ciclo di incontri gratuiti "CONOSCERE L'OSTEOPATIA" verrà preso in considerazione l'inquadramento giuridico e la formazione dell'Osteopata sia in Italia che in Europa. Seminario da non perdere sia per chi già lavora o per chi abbia interesse a intraprendere la formazione in osteopatia.



martedì 23 luglio 2013

ESPERIENZA DI TRATTAMENTO OSTEOPATICO IN ETÀ PEDIATRICA PER DISFUNZIONI CRANIO SACRALI: CASE SERIES




Ospedale Pediatrico Bambino Gesù presidio di Palidoro, Roma,
Dipartimento Chir. pediatrica, U.O Ortopedia,
Servizio di Fisiatria*



Introduzione

Da tre anni conduciamo un’esperienza di integrazione diagnostica e di trattamento delle turbe posturali in età 0-18 anni con diagnosi palpatoria osteopatica e tecniche manuali osteopatiche. L’osteopatia craniale, sin da quando è stata proposta, si è focalizzata sulla diagnosi e trattamento del trauma della nascita e delle asimmetrie craniali e conseguentemente è stata descritta una specifica terapia per le plagiocefalie non sinostotiche e per il torcicollo, condizione spesso associata1. L’obiettivo del lavoro è di mostrare come la diagnosi palpatoria osteopatica possa integrare la semeiotica tradizionale rendendo ragione delle alterazioni fisiognomiche e posturali riscontrabili nei neonati normali, con aumentata frequenza negli ultimi anni2,3 e che contribuiscono poi a delineare il complesso quadro dell’asimmetria posturale infantile (IPA)4; essendo il trattamento fisioterapico raccomandato come primo provvedimento nelle plagiocefalie non sinostotiche e torcicollo associato1,2 si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che il trattamento osteopatico cranio sacrale potrebbe avere in questi casi un’indicazione elettiva.

Le esperienze condotte in cooperazione con la Divisione di ORL e il Servizio di Strabologia, per quanto limitate attualmente ad una serie di casi, sembrano suggerire che il trattamento osteopatico può essere considerato un potenziale supporto anche in affezioni diverse dalle turbe posturali (otite media recidivante, strabismo convergente per paresi retto esterno)5-10. In base all’esperienza descritta è stata redatta una cartella anamnestica e di obiettività clinica dedicata.

Materiali e metodi

Sono state riviste retrospettivamente le cartelle di neonati trattati dal 2005 al 2008 con osteopatia; il criterio di inclusione comprendeva neonati normali di età inferiore all’anno che presentavano torcicollo e/o asimmetria facciale e/o plagiocefalia non sinostotica; il criterio di esclusione implicava la compresenza di affezioni neurologiche,
genetiche o malformazioni osteoarticolari congenite.

Sono stati selezionati 20 bambini di età compresa fra 1 mese e 12 mesi alla prima osservazione (età media 6 mesi). I dati rivisti concernevano razza, sesso, storia della nascita, trauma perinatale, dati ostetrici (primipara, stuck baby, anomalia di presentazione, uso di ventosa, forcipe, spinte manuali), modalità di allattamento11 disturbi associati, (reflusso,vomito,lacrimazione), asimmetrie cranio facciali movimento della sincondrosi sfeno-occipitale,altre turbe posturali associate. I neonati con torcicollo sono stati sottoposti a esame ecogafico del m.SCM12,13 e Rx cranio e rachide cervicale per escludere sinostosi e malformazioni congenite. I neonati sono stati fotografati all’inizio e alla fine del trattamento2,3. I neonati sono stati sottoposti a trattamento osteopatico cranio sacrale e fasciale per un numero medio di sedute di 6 (da 4 a 10) nel primo anno. Venivano consensualmente impartiti consigli ai genitori per il posizionamento del bimbo a letto e durante il giorno.

Per ogni neonato trattato con osteopatia abbiamo esaminato 3 bambini di età compresa fra 3 e 8 anni, che si rivolgevano al nostro Servizio per disturbi posturali del rachide e degli arti inferiori, ma presentavano anche le stesse alterazioni fisiognomiche,seppure di entità più lieve,dei neonati trattati. Anche su questi bambini, che presentavano torcicollo e asimmetrie cranio facciali veniva condotta la medesima indagine anamnestica che per i neonati ricercando l’esposizione al fattore rischio costituito da difficoltà alla nascita o
impegno precoce o stuck baby. All’esame palpatorio osteopatico anche questi bambini risultavano portatori di disfunzione craniale.

Veniva pertanto indagata anamnesticamente la vulnerabilità nei primi anni di vita di alcuni organi e apparati che predittivamente potevano essere interessati dalla disfunzione craniale: apparato respiratorio per otiti, riniti, adenoiditi e ipertrofia tonsillare, bronchioliti, digerente
per reflusso gastroesofageo, apparato stomatognatico per mal occlusione e disturbi ATM, lingua e pavimento buccale per deglutizione atipica, disturbi del linguaggio, muscolatura estrinseca oculare, irritabilità, disturbi del sonno, disturbi dell’attenzione, ipereccitazione
motoria, cefalea.

I risultati preliminari emergenti dall’esame di questo gruppo di controllo naturale (bambini esposti all’identico fattore rischio inerente la nascita, con disfunzione cranica non trattata), ci hanno indotto a prospettare alla Divisione di ORL e al Servizio di Strabologia la possibilità di un supporto terapeutico costituito dal trattamento manipolativo osteopatico in affezioni di loro pertinenza: Otite media recidivante, disturbi della muscolatura estrinseca oculare4-10.

Vengono presentati :1 caso di strabismo convergente per paresi del retto esterno di ndd, in neonata di 4 mesi, 5 casi di OMR (otite media recidivante). La neonata con strabismo convergente è stata sottoposta a RM del cranio13. I bambini con otite catarrale recidivante
sono stati sottoposti ad esame audioimpedenzometrico prima e dopo trattamento osteopatico, esame Rx del cranio e r. cervicale14, e in un caso a TC del cranio per sospetto colesteatoma.

Tutti i bambini all’esame palpatorio osteopatico mostravano disfunzione cranica. La paziente con strabismo convergent5 ha effettuato trattamento osteopatico cranio sacrale e trattamento ortottico (bendaggio)15,16. I pazienti con otite catarrale recidivante avevano eseguito in precedenza i trattamenti prescritti dai colleghi ORL, senza beneficio. Sono stati sottoposti a trattamento osteopatico cranio-sacrale.

Risultati

Gruppo neonati
I bambini erano tutti di razza caucasica, 8 maschi (40%) e 12 femmine (60%). Tutti avevano in comune il dato anamnestico di difficoltà al momento del parto o nell’ultima fase della gravidanza. Trauma della nascita: cefalo ematoma 3, stiramento del plesso 2, frattura di clavicola 1. Tutti e 20 i neonati presentavano torcicollo 10 dx (50%) e 10 sin (50%) 12 asimmetrie craniofacciali, 2 facciali, modellamento parietale 1, plagiocefalia frontale 2, plagiocefalia posteriore 4, aumento diametro bi parietale 3. Gli esami ecografici dello SCM mostravano ematoma in fase di organizzazione1 e sostituzione fibroadiposa 117, ematomi recenti 4, struttura normale e simmetrica 8 casi, contratture asimmetriche con
aumento di spessore 2.

Gli esami RX, mostravano aumento del diametro biparietale in 3 casi, normalità in 14 casi, appiattimento del parietale unilaterale 1, lateroflessione cranica 1, ipoplasia fossa cranica posteriore 1. La diagnosi osteopatica di disfunzione cranica evidenziava: Compressione
cranica 7 (45%) Lateroflessione cranica 6 (30%) Strain laterale 3 (15%) Torsione cranica 3 (15%) Strain verticale 1 (5%).Tali dati sono in accordo con l’esperienza condotta dalla Sergueef nel 20061. Altre turbe posturali associate: metatarso addotto 2, deviazione rachide cervicale 2, esoforia 1, frattura clavicola 1, PTC 1,disturbi della marcia 3(sulle punte 1, in intrarotazione 2). Altri disturbi associati: vomito a getto 2, malattia da reflusso gastroesofageo 2, deficit d’attenzione 2, ipertrofia turbinati 2.

Alla fine del trattamento osteopatico il torcicollo era risolto in 19 casi, con ripresa della rotazione cervicale dal 95 al 100%. La plagiocefalia era migliorata in tutti i casi trattati e documentata nei 2 casi più severi dall’esame RX post-trattamento. In 1 caso in cui permaneva lieve atteggiamento di flessione laterale del collo, visibilità della plagiocefalia e predisposizione a episodi di otite ricorrente, verrà eseguito riesame del caso a noi pervenuto
all’età di 10 mesi da altro centro in cui era sottoposto a trattamento neuro riabilitativo.

Lo strabismo convergente si è risolto dopo due mesi di trattamento osteopatico e ortottico (bendaggio).

Conclusioni

L’asimmetria nel’infanzia è una diagnosi con un ampio spettro di caratteristiche che esprimono un’anomala forma di parti del corpo o di posture e movimenti scorretti che possono essere strutturate e/o funzionali con espressione localizzata o generalizzata. (van Viimmeren). Viene descritto in letteratura un aumento di queste alterazioni, dovuto alla posizione supina consigliata per dormire, al fine di prevenire la SIDS. Tuttavia altri autori descrivono la presenza di queste alterazioni alla nascita e trovano una stretta relazione con la storia della nascita stessa. In presenza di queste alterazioni alla nascita, l’abitudine di dormire supini può indurre plagiocefalia. La revisione della letteratura concorda nell’individuare il primo step di trattamento nei consigli per il corretto posizionamento a letto e durante il gioco,
e nella fisioterapia. Secondo l’esperienza portata in questo lavoro il trattamento cranio sacrale si mostra come un trattamento possibile e consigliabile, per la delicatezza del gesto e per l’outcome davvero notevole. Inoltre l’intervista anamnestica del gruppo di controllo, mostra come la presenza di disfunzione craniale sembri avere un ruolo di concausa in una certa vulnerabilità di alcuni organi e apparati nella prima infanzia. Tale vulnerabilità non sembra peraltro essersi verificata finora in 19 dei 20 neonati trattati con osteopatia cranio sacrale nei primi mesi di vita, e seguiti in follow-up.

Sotto questo riguardo, che andrà approfondito con ulteriori studi prospettici, il trattamento osteopatico acquisterebbe un plusvalore di Medicina preventiva nell’età dello sviluppo. Il fine del trattamento osteopatico infatti non è mai l’ottimizzazione della forma, ma l’ottimizzazione della funzione, in un approccio globale all’essere umano.

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17. Do TT., ”Congenital muscular torticollis: current concepts and review of
treatment.”, Curr Opin Pediatr. 2006;18:26-9.


DATE SEMINARI ANNO SCOLASTICO 2013/2014





lunedì 15 luglio 2013

INVITO 


L'invito alle giornate di presentazione della scuola OSCE è per tutti gli interessati a seguire un percorso formativo nel meraviglioso mondo dell'osteopatia ed acquisire una professione ricca di soddisfazioni

mercoledì 19 giugno 2013

TRATTAMENTO MANIPOLATIVO OSTEOPATICO

L’osteopatia usa l’OMT per fare diagnosi, per trattare e anche prevenire la malattia. L’OMT è una terapia non invasiva. Mentre la medicina manuale comunemente è associata con disturbi di tipo fisico, come la lombalgia, l'OMT può anche essere usato come supporto per differenti disturbi muscoloscheletrici legati a determinate patologie, come: asma, tunnel carpale, cefalea e dolori mestruali.
L'OMT può servire nei dolori muscolari associati a una patologia e può facilitare la guarigione favorendo il flusso sanguigno attraverso i tessuti. DIAGNOSI L'esame strutturale valuta la postura, la colonna vertebrale e l'equilibrio. Successivamente viene palpato il tronco e l'estremità.
Inoltre vengono controllate le articolazioni in relazione a restrizioni di movimento e/o di dolore durante il movimento. La densità di muscoli, tendini e legamenti, può evidenziare un problema.
Sempre attraverso la palpazione l'osteopata può individuare dei cambiamenti dello stato dei tessuti significativi di patologie. Al termine dell'esame strutturale, vengono integrate le suddette informazioni con l'anamnesi e l'esame fisico completo del paziente (esami strumentali e di laboratorio).
Conseguentemente si stabilisce il piano di trattamento. TRATTAMENTO Usando differenti tecniche manipolative, l'osteopata applica delle forze manuali alle zone del corpo disfunzionali per trattare le anormalità strutturali; quindi applica specifiche forze correttive per ridurre le restrizioni articolari e i disallineamenti. Manipolando questa rete di relazioni tra nervi, muscoli e ossa, l'osteopata può favorire le naturali tendenze del corpo verso la guarigione e mantenere una buona salute. In relazione al tipo di disturbo, il paziente può necessitare di più di un solo trattamento. L'OMT associato alla filosofia osteopatica di cura olistica, prevenzione e prontosoccorso, fanno dell'osteopatia una terapia unica”.
Il Trattamento Manipolativo Osteopatico secondo il General Osteopathic Council (Osteopathy in the United Kingdom): “Gli osteopati lavorano con le loro mani usando una vasta varietà di tecniche di trattamento. Queste possono includere delle tecniche sui tessuti molli, delle tecniche di mobilizazione articolare passiva oppure delle tecniche thrust ad alta velocità, finalizzate ad aumentar la mobilità e il range di movimento dell'articolazione. Le tecniche di rilasciamento dolce sono usate di frequente, in particolare quando l'osteopata tratta i bambini e i pazienti anziani. Questo permette al corpo di ritornare alla normale efficienza funzionale. Quando il paziente viene visitato per la prima volta, viene sottoposto a una raccolta anamnestica e a una esaminazione. L’osteopata esegue una semplice serie di movimenti. Di seguito l'osteopata usa uno sviluppato senso del tatto, chiamato palpazione, per identificare alcuni punti di debolezza (difetto) o di eccessiva sollecitazione del corpo.
Gli osteopati posso necessitare di ulteriori esami diagnostici come le radiografia e gli esami del sangue.
Questo permette di formulare una diagnosi e un appropriato piano di trattamento”.
Tecniche manipolative osteopatiche : Il bagaglio di tecniche, di cui l’osteopata si avvale per ripristinare la fisiologica funzionalità del sistema muscolo-scheletrico, comprende molteplici possibilità terapeutiche che consentono di proporre il trattamento più indicato al paziente in esame. I diversi tipi di tecniche correttive sono di seguito elencate.
Tecniche sui Tessuti Molli Tali procedure prevedono un lavoro di stetching lineare, stretching trasversale, profonde pressioni, trazioni, e/o separazione delle inserzioni muscolari). Queste tecniche possono precedere una tecnica in thrust oppure si possono utilizzare per il loro effetto meccanico, circolatorio (favoriscono il ritorno venoso e linfatico con effetto decongestionante sui tessuti), neurologico (azione sui propriocettori, meccanocettori, nocicettori di muscoli, cute e fasce). Trovano indicazione per l’effetto tonificante in esiti d’allettamento oppure per l’azione decontratturante nel trattamento dello sportivo.
Tecniche Articolatorie Come le precedenti, sono tecniche a forza estrinseca in cui è l’azione di un operatore ad effettuare la correzione. Questo tipo di procedura è in pratica un’estensione del test di mobilità a scopo diagnostico, si prefigge il recupero della fisiologica funzionalità articolare, simmetria di movimento e sollievo del paziente.Può anch’essa essere utilizzata in preparazione ad una tecnica ad alta velocità-bassa ampiezza.
Tecniche ad Energia Muscolare Utilizzano i principi neurofisiologici dell’innervazione reciproca e del sistema inibitore di Renshaw. Il primo stabilisce che la contrazione di un muscolo determina il proporzionale rilasciamento del suo antagonista. Il sistema inibitore di Renshaw presenta le seguenti caratteristiche: il neurite del motoneurone spinale emette, prima di lasciare le corna anteriori, neuroni collaterali che si pongono in giunzione sinaptica con particolari cellule nervose (di Renshaw) il cui neurite forma sinapsi inibitorie col soma cellulare del motoneurone stesso. Gli impulsi che partono dal motoneurone spinale determinano perciò un’autoinibizione ovviamente in modo parziale. Si tratta in ogni modo di tecniche a forza intrinseca, perché è l’organismo che dopo la contrazione ritrova una nuova condizione di equilibrio articolare.
Tecniche ad Alta Velocità-Bassa Ampiezza (Thrust) Sono tra le più note ed utilizzate in medicina manuale, forse le più spettacolari per il rumore che segue l’atto manipolativo, sicuramente le più delicate e meritevoli di cautela. Sono tecniche a forza estrinseca, che si consumano nello spazio parafisiologico, solitamente dirette contro barriera restrittiva, anche se alcuni autori sostengono di poterle utilizzare in direzione opposta alla barriera restrittiva. L’efficacia clinica sembra ascrivibile al ristabilirsi delle corrette informazioni nervose attraverso i recettori articolari; inoltre l’incremento della mobilità articolare si trascina un miglioramento dell’imbibizione articolare, attraverso il liquido sinoviale; ne beneficia, infine, il metabolismo tissutale.
Tecniche Funzionali (indirette) Definite a forza intrinseca utilizzano le potenzialità inerenti dell’organismo a scopo correttivo. La tecnica prevede la sommatoria dinamica dei “punti neutri” dell’articolazione nei diversi piani di movimento. L’ipotesi è di rimodulazione dell’attività muscolare che presiede e regola il movimento articolare. La tecnica funzionale si propone di riequilibrare il sistema di afferenze neuromuscolari.
Tecniche di Rilasciamento Miofasciale Sono una combinazione di tecniche a forza estrinseca ed intrinseca; si esercitano, infatti, trazioni e compressioni, mobilizzazioni contro barriera restrittiva oppure verso la barriera fisiologica; si ricerca il bilanciamento delle tensioni fasciali seguendo il movimento inerente del tessuto (è il risultato del ritmico cambiamento del tono muscolare, della pulsazione arteriosa e della variazione del relativo tono vasale, della respirazione e dalla forza inerente dell’Impulso Ritmico Cranico). In quest’esercizio terapeutico occorrerà considerare l’aspetto tridimensionale ed i rapporti anatomici del sistema muscolo-scheletrico con l’obiettivo di migliorare le afferenze provenienti da meccanocettori e propriocettori oltre, ovviamente, a ristabilire l’aspetto circolatorio.
Tecniche Craniosacrali Nascono dalle intuizioni del dott. William G. Sutherland che estende i principi del dott. Andrew Taylor Still alle articolazioni craniche. Attraverso la manipolazione delle ossa craniche e delle suture, si può ripristinare la funzionalità del Meccanismo Respiratorio Primario. Le correzioni si effettuano sia contro barriera restrittiva sia nella direzione opposta, oppure ricercando il punto di bilanciamento delle tensioni membranose. Nel bambino sono consigliate le tecniche dirette contro barriera restrittiva. Le tecniche craniosacrali sono peculiari dell’approccio osteopatico.
Tecniche Viscerali L'osteopatia in ambito viscerale prevede l'applicazione dei principi osteopatici nelle regioni del corpo di pertinenza dei visceri addominali e toracici. Attraverso la manipolazione viscerale si può valutare e trattare la mobilità dei visceri, la quale esprime e influenza la funzione del viscere stesso. Per quanto riguarda i visceri del torace e dell'addome, il rapporto struttura-funzione si esplica negli elementi di sostegno e di connessione, rappresentati dai derivati mesodermici: le sierose (pleura, pericardio e peritoneo). Quest'ultimi costituiscono i legamenti, le fasce e i mesi, i quali permettono il rapporto tra la parete delle cavità, rappresentata anche dallo scheletro, e i vari visceri. La tensione di queste membrane è in grado di condizionare la posizione, la mobilità e di conseguenza la funzione del viscere. La disfunzione somatica di origine viscerale, sia per i rapporti anatomici sia per i riflessi viscero-somatici, può influenzare la postura e la mobilità della struttura corporea, compresa la colonna vertebrale.
Tecniche Linfatiche Il sistema linfatico è conosciuto come il secondo sistema circolatorio del corpo umano e come il più importante integratore per tutti i fluidi corporei. Questo sistema è un sistema passivo il cui funzionamento può essere influenzato e alterato da forze estrinseche; in tal senso si sottolinea l’importanza del movimento e di un adeguato drenaggio della linfa. Il trattamento manipolativo osteopatico può condizionare il movimento che promuove le appropriate dinamiche dei fluidi.

sabato 8 giugno 2013

giornate di dissezioni anatomiche





Per chi pratica quotidianamente con questo complesso e meraviglioso sistema chiamato corpo umano nasce la necessità di comprendere con precisione su cosa e come mettere le mani. Le immagini uniplanari dei disegni o fotografie, per quanto la letteratura ne sia ricca, lasciano delle zone di ombra. 
In Italia per delle assurde leggi vigenti non è possibile studiare praticamente l’anatomia umana. Le dissezioni con utilizzo di cadaveri ai fini didattici non sono ammesse, quindi, nasce la necessità di “emigrare temporaneamente” all’estero per poter accrescere il proprio bagaglio culturale della conoscenza del corpo umano. 
La scuola di Osteopatia OSCE in collaborazione con la Scuola di EFEAC (Ecole de Formation et d’Evaluation Anatomo-Clinique) (www.efeac.fr) organizzano delle giornate di studio dell'anatomia strettamente correlata all'osteopatia.
Gli obiettivi di questo seminario sono quelli di incrementare le conoscenze del corpo umano e in modo specifico del tronco (osteomuscolare e viscerale) attraverso la dissezione di cadaveri. 
Il corso tenuto in francese prevede la traduzione in italiano.
Per ulteriori informazioni ed iscrizione www.spine-center.it


Per meglio conoscere l'Osteopatia

La Scuola di Osteopatia OSCE è lieta di invitarti il giorno 29 giugno 2013 al seminario " Il Trattamento viscerale osteopatico: indicazioni e limiti". L'evento rientra in una serie di incontri GRATUITI (Conoscere l'Osteopatia) rivolti a tutti coloro che desiderano affacciarsi, conoscere e confrontarsi con il mondo osteopatico, tramite la partecipazione di alcuni tra i migliori professionisti in campo nazionale.