mercoledì 19 giugno 2013

TRATTAMENTO MANIPOLATIVO OSTEOPATICO

L’osteopatia usa l’OMT per fare diagnosi, per trattare e anche prevenire la malattia. L’OMT è una terapia non invasiva. Mentre la medicina manuale comunemente è associata con disturbi di tipo fisico, come la lombalgia, l'OMT può anche essere usato come supporto per differenti disturbi muscoloscheletrici legati a determinate patologie, come: asma, tunnel carpale, cefalea e dolori mestruali.
L'OMT può servire nei dolori muscolari associati a una patologia e può facilitare la guarigione favorendo il flusso sanguigno attraverso i tessuti. DIAGNOSI L'esame strutturale valuta la postura, la colonna vertebrale e l'equilibrio. Successivamente viene palpato il tronco e l'estremità.
Inoltre vengono controllate le articolazioni in relazione a restrizioni di movimento e/o di dolore durante il movimento. La densità di muscoli, tendini e legamenti, può evidenziare un problema.
Sempre attraverso la palpazione l'osteopata può individuare dei cambiamenti dello stato dei tessuti significativi di patologie. Al termine dell'esame strutturale, vengono integrate le suddette informazioni con l'anamnesi e l'esame fisico completo del paziente (esami strumentali e di laboratorio).
Conseguentemente si stabilisce il piano di trattamento. TRATTAMENTO Usando differenti tecniche manipolative, l'osteopata applica delle forze manuali alle zone del corpo disfunzionali per trattare le anormalità strutturali; quindi applica specifiche forze correttive per ridurre le restrizioni articolari e i disallineamenti. Manipolando questa rete di relazioni tra nervi, muscoli e ossa, l'osteopata può favorire le naturali tendenze del corpo verso la guarigione e mantenere una buona salute. In relazione al tipo di disturbo, il paziente può necessitare di più di un solo trattamento. L'OMT associato alla filosofia osteopatica di cura olistica, prevenzione e prontosoccorso, fanno dell'osteopatia una terapia unica”.
Il Trattamento Manipolativo Osteopatico secondo il General Osteopathic Council (Osteopathy in the United Kingdom): “Gli osteopati lavorano con le loro mani usando una vasta varietà di tecniche di trattamento. Queste possono includere delle tecniche sui tessuti molli, delle tecniche di mobilizazione articolare passiva oppure delle tecniche thrust ad alta velocità, finalizzate ad aumentar la mobilità e il range di movimento dell'articolazione. Le tecniche di rilasciamento dolce sono usate di frequente, in particolare quando l'osteopata tratta i bambini e i pazienti anziani. Questo permette al corpo di ritornare alla normale efficienza funzionale. Quando il paziente viene visitato per la prima volta, viene sottoposto a una raccolta anamnestica e a una esaminazione. L’osteopata esegue una semplice serie di movimenti. Di seguito l'osteopata usa uno sviluppato senso del tatto, chiamato palpazione, per identificare alcuni punti di debolezza (difetto) o di eccessiva sollecitazione del corpo.
Gli osteopati posso necessitare di ulteriori esami diagnostici come le radiografia e gli esami del sangue.
Questo permette di formulare una diagnosi e un appropriato piano di trattamento”.
Tecniche manipolative osteopatiche : Il bagaglio di tecniche, di cui l’osteopata si avvale per ripristinare la fisiologica funzionalità del sistema muscolo-scheletrico, comprende molteplici possibilità terapeutiche che consentono di proporre il trattamento più indicato al paziente in esame. I diversi tipi di tecniche correttive sono di seguito elencate.
Tecniche sui Tessuti Molli Tali procedure prevedono un lavoro di stetching lineare, stretching trasversale, profonde pressioni, trazioni, e/o separazione delle inserzioni muscolari). Queste tecniche possono precedere una tecnica in thrust oppure si possono utilizzare per il loro effetto meccanico, circolatorio (favoriscono il ritorno venoso e linfatico con effetto decongestionante sui tessuti), neurologico (azione sui propriocettori, meccanocettori, nocicettori di muscoli, cute e fasce). Trovano indicazione per l’effetto tonificante in esiti d’allettamento oppure per l’azione decontratturante nel trattamento dello sportivo.
Tecniche Articolatorie Come le precedenti, sono tecniche a forza estrinseca in cui è l’azione di un operatore ad effettuare la correzione. Questo tipo di procedura è in pratica un’estensione del test di mobilità a scopo diagnostico, si prefigge il recupero della fisiologica funzionalità articolare, simmetria di movimento e sollievo del paziente.Può anch’essa essere utilizzata in preparazione ad una tecnica ad alta velocità-bassa ampiezza.
Tecniche ad Energia Muscolare Utilizzano i principi neurofisiologici dell’innervazione reciproca e del sistema inibitore di Renshaw. Il primo stabilisce che la contrazione di un muscolo determina il proporzionale rilasciamento del suo antagonista. Il sistema inibitore di Renshaw presenta le seguenti caratteristiche: il neurite del motoneurone spinale emette, prima di lasciare le corna anteriori, neuroni collaterali che si pongono in giunzione sinaptica con particolari cellule nervose (di Renshaw) il cui neurite forma sinapsi inibitorie col soma cellulare del motoneurone stesso. Gli impulsi che partono dal motoneurone spinale determinano perciò un’autoinibizione ovviamente in modo parziale. Si tratta in ogni modo di tecniche a forza intrinseca, perché è l’organismo che dopo la contrazione ritrova una nuova condizione di equilibrio articolare.
Tecniche ad Alta Velocità-Bassa Ampiezza (Thrust) Sono tra le più note ed utilizzate in medicina manuale, forse le più spettacolari per il rumore che segue l’atto manipolativo, sicuramente le più delicate e meritevoli di cautela. Sono tecniche a forza estrinseca, che si consumano nello spazio parafisiologico, solitamente dirette contro barriera restrittiva, anche se alcuni autori sostengono di poterle utilizzare in direzione opposta alla barriera restrittiva. L’efficacia clinica sembra ascrivibile al ristabilirsi delle corrette informazioni nervose attraverso i recettori articolari; inoltre l’incremento della mobilità articolare si trascina un miglioramento dell’imbibizione articolare, attraverso il liquido sinoviale; ne beneficia, infine, il metabolismo tissutale.
Tecniche Funzionali (indirette) Definite a forza intrinseca utilizzano le potenzialità inerenti dell’organismo a scopo correttivo. La tecnica prevede la sommatoria dinamica dei “punti neutri” dell’articolazione nei diversi piani di movimento. L’ipotesi è di rimodulazione dell’attività muscolare che presiede e regola il movimento articolare. La tecnica funzionale si propone di riequilibrare il sistema di afferenze neuromuscolari.
Tecniche di Rilasciamento Miofasciale Sono una combinazione di tecniche a forza estrinseca ed intrinseca; si esercitano, infatti, trazioni e compressioni, mobilizzazioni contro barriera restrittiva oppure verso la barriera fisiologica; si ricerca il bilanciamento delle tensioni fasciali seguendo il movimento inerente del tessuto (è il risultato del ritmico cambiamento del tono muscolare, della pulsazione arteriosa e della variazione del relativo tono vasale, della respirazione e dalla forza inerente dell’Impulso Ritmico Cranico). In quest’esercizio terapeutico occorrerà considerare l’aspetto tridimensionale ed i rapporti anatomici del sistema muscolo-scheletrico con l’obiettivo di migliorare le afferenze provenienti da meccanocettori e propriocettori oltre, ovviamente, a ristabilire l’aspetto circolatorio.
Tecniche Craniosacrali Nascono dalle intuizioni del dott. William G. Sutherland che estende i principi del dott. Andrew Taylor Still alle articolazioni craniche. Attraverso la manipolazione delle ossa craniche e delle suture, si può ripristinare la funzionalità del Meccanismo Respiratorio Primario. Le correzioni si effettuano sia contro barriera restrittiva sia nella direzione opposta, oppure ricercando il punto di bilanciamento delle tensioni membranose. Nel bambino sono consigliate le tecniche dirette contro barriera restrittiva. Le tecniche craniosacrali sono peculiari dell’approccio osteopatico.
Tecniche Viscerali L'osteopatia in ambito viscerale prevede l'applicazione dei principi osteopatici nelle regioni del corpo di pertinenza dei visceri addominali e toracici. Attraverso la manipolazione viscerale si può valutare e trattare la mobilità dei visceri, la quale esprime e influenza la funzione del viscere stesso. Per quanto riguarda i visceri del torace e dell'addome, il rapporto struttura-funzione si esplica negli elementi di sostegno e di connessione, rappresentati dai derivati mesodermici: le sierose (pleura, pericardio e peritoneo). Quest'ultimi costituiscono i legamenti, le fasce e i mesi, i quali permettono il rapporto tra la parete delle cavità, rappresentata anche dallo scheletro, e i vari visceri. La tensione di queste membrane è in grado di condizionare la posizione, la mobilità e di conseguenza la funzione del viscere. La disfunzione somatica di origine viscerale, sia per i rapporti anatomici sia per i riflessi viscero-somatici, può influenzare la postura e la mobilità della struttura corporea, compresa la colonna vertebrale.
Tecniche Linfatiche Il sistema linfatico è conosciuto come il secondo sistema circolatorio del corpo umano e come il più importante integratore per tutti i fluidi corporei. Questo sistema è un sistema passivo il cui funzionamento può essere influenzato e alterato da forze estrinseche; in tal senso si sottolinea l’importanza del movimento e di un adeguato drenaggio della linfa. Il trattamento manipolativo osteopatico può condizionare il movimento che promuove le appropriate dinamiche dei fluidi.

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