lunedì 22 aprile 2013

EPICONDILITE E OSTEOPATIA


TESI SPERIMENTALE REDATA DA: DOTT. BOTTEON ANDREA - DOTT.SSA BARBARA GRAZIANI - DOTT. GIANLUCA SERAFINI -DOTT.SSA DI GIACOMO SILVIA DOTT. LUCA FRANZON

Un’affezione di frequente diagnosi nel campo delle entesopatie è l’epicondilite. Nota come “gomito del tennista”, a causa del frequente riscontro clinico nei praticanti il gioco del tennis, altro non è che un’infiammazione soventemente ad eziologia microtraumatica che colpisce la regione dell’epicondilo e l’attracco osseo dei tendini estensori delle dita e del carpo. 
  
Nella pratica clinica i pazienti affetti quasi sempre sono accomunati dall’uso professionale delle mani: muratori, imbianchini, parrucchieri, carpentieri ma anche impiegati e videoterminalisti.

L’approccio classico, allopatico, prevede tipicamente la gestione del sintomo con la terapia fisica (leggasi laser, ultrasuono, crioterapia, elettroterapia), la terapia medica (antinfiammatori per os, intrarticolari o locali), la terapia manuale (massaggio trasverso profondo) e il cambiamento delle abitudini potenzialmente scatenanti.

Dall’osteopata il paziente giunge quando l’approccio medico non ha prodotto i risultati attesi e la valutazione che ne consegue deve essere più globale, orientata al tessuto e alle necessità omeostatiche.

Come sosteneva Rollin Becker: “ho scoperto che solo i tessuti del corpo esprimono esattamente il disequilibrio”.

Tanti sono i cofattori eziologici che verranno esaminati nella presente trattazione, allo scopo di verificare un percorso terapeutico alternativo che tiene in considerazione la dinamica dei fluidi, l’informatività della fascia e il funzionamento del sistema omeostatico del corpo.

“Non è il terapeuta che guarisce il malato. Il suo ruolo è di regolarne una parte o l’insieme del sistema in modo che le correnti vitali possano riversarvisi ed irrigare le parti affette” A.T. Still

Il trattamento osteopatico si articola in diverse fasi da eseguire in successione:

  1. fase: anamnesi osteopatia generale;
  2. fase: ascolto del sacro, ascolto del cranio, valutazione della colonna ed identificazioni di eventuali disfunzioni;
  3. fase: valutazione del macro movimento e del micro movimento dell’arto superiore (spalla, gomito, polso): valutazione dello stretto toracico superiore,valutazione del tratto cervicale inferiore,valutazione del tratto dorsale alto e delle coste relative, valutazione organi toracici,valutazione dell’intestino tenue e di L3.
  4. fase: trattamento delle disfunzioni specifiche trovate nei vari distretti e verifica del ritmo cranio-sacrale;
  5. fase: trattamento del circondario periarticolare con tecniche sui tessuti molli;
  6. fase: drenaggio dell’orificio toracico superiore, drenaggio tramite la grande manovra intestinale previo riequilibrio strutturale, funzionale, in energia muscolare, di L3.
  7. fase: riequilibrio cranio- sacro.

Le sedute sono state effettuate con cadenza di una alla settimana per quanto riguarda le prime tre. La quarta seduta ad una distanza di 15 giorni dalla terza. La quinta seduta ad una distanza di 20 giorni dalla quarta. La sesta seduta ad un mese. Ogni seduta ha avuto la durata minima di 45 minuti. 

Abbiamo trattato: 

- 10 soggetti che svolgono uno sport amatoriale o “della domenica” (golf, tennis, hockey…);
- 6 soggetti che effettuano un lavoro pesante che coinvolge l’arto superiore patologico (donna delle pulizie, spazzino, autista di muletti…);
- 1 atleta professionista;
- 9 soggetti che svolgono un’attività non pesante ma che coinvolge l’arto superiore interessato (terminalisti, programmatori…) due di questi avevano avuto pregressi traumi al gomito.
i valori più importanti che avvalorano il nostro lavoro sono costituiti dal miglioramento del dolore, che alla prima visita del paziente ha presentato un valore medio tra il severo e moderato ed all’ultimo trattamento ha presentato un valore medio di 32 cioè tra i parametri medio e nessuno, quindi un netto miglioramento del dolore.

Un ulteriore dato di miglioramento è rappresentato dal valore della funzione. Seppure la scheda misuri delle funzioni elementari, quali pettinarsi, nutrirsi, igiene o vestirsi alcuni pazienti hanno presentato difficoltà anche in questi semplici gesti, per cui all’inizio del trattamento abbiamo avuto un valore di 22,115, alla fine abbiamo avuto un valore pari a 23,6538, quindi un miglioramento.

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